RAZIONALE
Il diabete tipo 1 non è una patologia rara, è la più frequente malattia endocrina dell'età pediatrica e la sua incidenza sta aumentando soprattutto tra i bambini di età inferiore ai 5 anni. Ogni giorno in Italia 4 bambini diventano diabetici. Se la diagnosi non è tempestiva, il diabete può esordire con la chetoacidosi, una complicanza potenzialmente letale che comporta un peggiore controllo metabolico negli anni successivi, un aumento
delle complicanze croniche, un ridotto sviluppo cognitivo e una diminuita aspettativa di vita. In italia l'incidenza di chetoacidosi all'esordio è ancora troppo elevata ed è essenziale promuovere iniziative per azzerarne o almeno ridurne notevolmente l'incidenza. È importante sensibilizzare le famiglie perché si rivolgano al proprio pediatra ai primi sintomi (polidipsia, poliuria, enuresi, perdita di peso, spossatezza) per una rapida diagnosi ed è fondamentale la formazione dei pediatri di famiglia. In presenza dei sintomi classici, la diagnosi è semplice ma in certi casi non lo è. È difficile interpretare il pianto del lattante come sintomo di sete che, non riuscendo ad assumere liquidi, va incontro rapidamente a disidratazione. Anche nell’ adolescenza la diagnosi può essere tardiva perché l'adolescente è autonomo e i genitori non si accorgono dei sintomi di allarme. Talvolta la diagnosi viene posta in ritardo perché si perde tempo prezioso nel prescrivere esami di laboratorio che non vengono effettuati in tempo utile, esponendo il bambino al rischio di chetoacidosi. I pediatri devono essere sensibilizzati sull'importanza della misurazione della glicemia e/o glicosuria nel più breve tempo possibile, preferibilmente nel proprio studio, attraverso l'utilizzo del self help.