A cura di Teresa Cazzato, Area Alimentazione e Nutrizione, gruppo di studio Allattamento FIMP
A Minsk nel 2015 si è tenuta una Conferenza Ministeriale Europea con scienziati, studiosi, politici, ecc., circa l’approccio del corso della vita; sono state esaminate varie aree di evidenze dalla genetica all’economia su ciò che i governi possono fare per mantenere in salute le persone.
Ne è derivata una Dichiarazione, in cui sono state identificate le voci della traiettoria della vita che danno il “la” nei primi anni di vita e che sono fondamentali per la salute futura: l’eredità genetica, l’eredità epigenetica, l’esposizione ambientale, le scelte comportamentali e l’allattamento.
Siamo consapevoli dell’importanza vitale dell’allattamento e del diritto per ogni bambino alla migliore salute possibile e raggiungibile ed in tutto questo gli operatori sanitari hanno un ruolo fondamentale tale che la mancanza del sostegno può influenzare negativamente questa pratica.
Il Tavolo Tecnico Operativo Interdisciplinare sulla Promozione dell’allattamento (TAS) insieme a Società Scientifiche, Ordini e Associazioni professionali ha lavorato in questa direttiva predisponendo un documento contenente le Raccomandazioni sulla formazione all’allattamento. Anche la FIMP ha dato il suo apporto. La presentazione è avvenuta il 27 novembre 2020 tramite una videoconferenza a cui ha partecipato il Presidente Fimp Dott. Paolo Biasci.
Le Raccomandazioni sviluppano la linea della formazione a 360 gradi nel campo dell’allattamento materno, in service e pre-service, tracciando percorsi e delineando l’importanza della competenza, termine che comprende sia conoscenze teoriche, pratiche e strategie comunicative idonee specifiche.
Ci si potrebbe domandare se ancora sia necessaria una formazione in quest’area: purtroppo la letteratura sottolinea come la formazione in tema di allattamento non risulti adeguata sia per gli studenti in medicina, sia per gli specializzandi, per le infermiere pediatriche e per una gran parte di professionisti in attività. Nel tempo ci sono state alcune iniziative , probabilmente insufficienti a colmare il gap ; ad esempio in alcune Università italiane esiste già una formazione durante il corso di specializzazione in pediatria ed il Comitato italiano per l’Unicef nel 2019 ha pubblicato un documento sugli standard per le buone pratiche per il corso di Laurea Amico dell’allattamento; nella pediatria di famiglia la regione Toscana ha progettato una FAD; vi sono dei corsi OMS/UNICEF tenuti a richiesta da parte di strutture e di varie categorie interessate. Ma il tutto in maniera parcellizzata o come iniziativa a sé, individuale.
Per le Raccomandazioni sulla formazione pre-service l’obiettivo è stato quello di raggiungere oltre a varie figure professionali dell’ambito sanitario come medici, pediatri, neonatologi, ostetriche, infermieri anche terapisti, logopedisti, assistenti sanitarie ecc. come elencato nello stesso documento. Naturalmente ogni figura o professionista nel proprio ambito deve svolgere il proprio ruolo dedicato e deve esserne consapevole; in particolare è auspicabile per tutti un minimo di conoscenze che saranno più amplificate e specifiche per quelle categorie più vicine a mamma e bambino. Sono state progettate delle ore di lezioni in aula e delle ore di pratica o esercitazione.
Per le professioni sanitarie in-service le raccomandazioni hanno stilato delle proposte di corsi di formazione diversificate per quanto riguarda il numero di ore ma dal contenuto omogeneo circa gli argomenti principali da trattare; la modalità dei corsi può essere in presenza o in FAD.
In conclusione, le conoscenze possono essere appannaggio di tutti ma le competenze riguardano tutti i professionisti coinvolti, e la formazione è fondamentale in entrambi i casi perché solo in questo modo si può fare ed accrescere la cultura dell’allattamento.