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LA DIAGNOSTICA NELLO STUDIO DEL PEDIATRA DI FAMIGLIA

LA DIAGNOSTICA NELLO STUDIO DEL
PEDIATRA DI FAMIGLIA

GUIDA PRATICA INTERSOCIETARIA

PRESENTAZIONE

Giuseppe Di Mauro, Paolo Biasci, Paolo Becherucci

a definizione “self help” diagnostico non è quella riconosciuta in letteratura per identificare test rapidi e strumenti diagnostici da utilizzare al momento della visita; siamo di fronte a una definizione gergale che i pediatri usano molto spesso. La definizione corretta è Point of Care Test (PoCT).

Il PoCT si sta affermando in tutto il mondo per la semplificazione dei test dia- gnostici e la rapidità nella risposta. La “traduzione” che più si avvicina al concetto di Point of Care Test è analisi medica svolta in prossimità del sito di cura e assistenza del paziente. Il concetto trainante del PoCT è quello di portare ed eseguire il test nel modo più comodo e immediato per il paziente. Questo ga- rantisce al medico e, di conseguenza, al paziente un risultato più rapido, quindi maggiore immediatezza di diagnosi, di decisioni terapeutiche oppure di ulteriori analisi da effettuare.

Perché i Pediatri e, soprattutto, i Pediatri delle cure primarie dovrebbero sempre più utilizzare il PoCT?

La domanda sembra semplice e addirittura pleonastica (e, così, altrettanto la ri- sposta), ma vogliamo lo stesso ribadirla: la sola capacità clinica di diagnosi basata sul “fiuto” o sull’esperienza personale non è sempre (completamente) sufficiente, può e deve essere spesso integrata da dati oggettivi che derivano da alcuni sem- plici procedure diagnostiche. Il pediatra può aumentare le proprie competenze professionali, grazie all’utilizzo di PoCT in quanto questo permette:

❱  maggiore precisione diagnostica

❱  maggiore appropriatezza prescrittiva

❱  riduzione degli accessi al secondo livello

❱  riduzione dei costi assistenziali

❱  maggiore soddisfazione dei pazienti (bambini e genitori)

LA DIAGNOSTICA NELLO STUDIO DEL PEDIATRA DI FAMIGLIA